Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Replicare una pietra miliare come il prototipo era missione pressoché impossibile. Tuttavia il regista John Frankenheimer (ad averne di professionisti come lui) si pone delle proprie tappe nella realizzazione di un capitolo che rimane senz'altro interessante nella sua evoluzione. Cominciamo dai punti forti: Marsiglia è un'ambientazione che non fa rimpiangere quella delle periferie newyokesi, viene ritratta infatti come un luogo infernale, sporca, degradata ed in mano ad una criminalità spietata; la messinscena è di prim'ordine con almeno 3 sequenze difficili da dimenticare: la discesa agli inferi di Doyle che vede trasformare sé stesso in una di quelle larve che lui avrebbe preso a calci volentieri, la sequenza della sparatoria ai cantieri navali è davvero di grande impatto e spettacolarità ed infine l'inseguimento, stavolta non tra un'auto ed il treno della metropolitana ma tra uno sfiancato Doyle e Charnier, rifugiatosi su di un filobus e poi sul suo yatch, dove però stavolta non avrà scampo, in una sequenza incredibilmente asciutta, alla pistola di "Papà" Doyle.
I punti deboli della pellicola non sono pochi, mi ha infatti lasciato parecchio perplesso che l'unico motivo per cui Charnier si accorge di avere Doyle alle costole è una semplice coincidenza: in una città come Marsiglia Charnier è così fortunato dall'osservare e riconoscere il poliziotto dalle finestre di un ristorante sulla spiaggia. Forse un motivo un po' più robusto non sarebbe guastato. In parallelo l'interpretazione di Gene Hackman, per quanto coinvolta e brillante (dalla celebre sequenza col barista alla disperata condizione di tossicodipendente) punta molto a gigioneggiare con dei passaggi a mio avviso troppo lunghi. Infine alcune sequenze lasciano relativamente poco spazio alla verosimiglianza: perché i delinquenti dovrebbero risparmiare un osso duro come lui rilasciandolo davanti alla stazione di polizia? (è vero che ormai drogato e vicino a tirare le cuoia avrebbero potuto pensare che non si sarebbe più rivelato una minaccia, ma è comunque un passaggio un po' forzato). Altrettanto forzata la sequenza dell'incendio nell'hotel: quale sarebbe la tattica di Doyle nel distruggere il covo di Charnier quando si sarebbe potuta sfruttare l'informazione per appostarsi e magari prendere il pesce più grosso. In ogni caso un buon prodotto che sa intrattenere ampiamente per tutta la sua durata.
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