Regia di Mario Bava vedi scheda film
L'unica nota di merito per questa pellicola piuttosto banalotta e realizzata con modestissimi mezzi (quindi in linea con il prodotto, essendo un peplum, film mitologico a basso costo tanto di moda in quegli anni) sta nella lievissima commistione di generi operata da Bava: alla sua seconda regia, il maestro dell'horror all'italiana inserisce situazioni e personaggi mostruosi, relative scene di azione e tensione, e aggiunge anche una nota di candida commedia nel personaggio di Telemaco, interpretato da quel Franco Giacobini che nello stesso anno otterrà la sua occasione per farsi notare dal grande pubblico ne Il federale di Salce. Al centro della storia c'è il nerboruto Reg Park, esperto in ruoli di siffatta specie, e accanto al suo nome svettano quelli di Christopher Lee (più caro a Bava, sicuramente, per essere un frequentatore anch'egli dell'horror) e di Leonora Ruffo, curiosamente già Deianira l'anno precedente ne La vendetta di Ercole, firmato da Cottafavi e con tutt'altro cast. Sostanzialmente è tutto qui: le psicologie dei personaggi non esistono, la recitazione è enfatica e le battute scioccherelle, il lieto fine è garantito da uno svolgimento 'a comando' della trama in cui l'eroe abbatterà ogni difficoltà senza esitare un solo secondo. Qualche effetto speciale di scarsa entità nel costruire i mostriciattoli che sfidano Ercole; sceneggiatura scritta dal regista insieme a Sandro Continenza e musiche apprezzabili di Armando Trovajoli. 3,5/10.
Ercole irrompe negli inferi per recuperare la pietra viva, che salverà la vita all'amata Deianira. Al ritorno in superficie, però, Ercole scopre che la sua impresa ha irritato Plutone, dio degli inferi, che ora si vendica su di lui.
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