Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Erotismo piuttosto marcato, soprattutto per l'epoca in cui fu realizzato, clima da noir rurale e quadruplo confronto armato tra due donne e due uomini nelle risaie piemontesi del dopoguerra:"Riso amaro", titolo dal senso sia letterale che figurato, arriva appena prima del Neorealismo, influenzato sia dal cinema sovietico sul lavoro che da quello americano con drammi screziati di nero tratto da libri alla McCain. Oltretutto, l'intreccio prevede sia che i personaggi principali risultino comunque ognuno a modo suo calcolatore, in alcuni frangenti, e quindi del tutto positivi, sia una comunità femminile con sfide al proprio interno,ma che quando conta sa tirare fuori una solidarietà uniforme,compatta. De Santis dona al film una mano registica ispirata,moderna, con conduzione forte degli interpreti:i quali intraprendono la loro danza di seduzione e morte tradendosi e incolpandosi, cambiando alleanze e prospettive. Se Doris Dowling incarna una donna non pulita, ma alla fine segnata dall'onestà, Raf Vallone è un potenziale avventuriero che incarna il "buono", ma sentimentalmente gioca ambiguo,mentre il villain è un Vittorio Gassman maligno e strafottente. Sulla presenza della Mangano si è detto di tutto, resta una vera icona dell'eros e della femminilità del cinema italiano, qui giovane e formosa, comunque stupenda e seducente ragazza avvezza ad innamorarsi dei ribaldi.
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