Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
L’anima delle mondine trasforma il tormento in canto, la disperazione in generosità, la fatica in entusiasmo, le frustrazioni in sogni. Sono loro le romantiche sacerdotesse del sacrificio, che piegano la schiena mentre pensano all’amore. Nel contempo, rappresentano un mondo femminile oppresso, la cui coralità, più che il pittoresco spaccato di un ambiente rurale, è un dramma umano a più voci, e un movimento di massa che contribuisce col sudore alla storia del Paese. L’esuberante determinazione con cui esse affrontano il durissimo lavoro delle risaie è un grido di denuncia sociale travestito da inno alla vita: la vita feconda e laboriosa della Natura, di cui la giovane Silvana, con la sua allegra e sensuale bellezza, è la mitica e statuaria incarnazione. Ma la terra, che le donne riescono a far assomigliare al paradiso, ridiventa inferno per opera dell’uomo, che è ladro o sfruttatore, usa le armi, ambisce al denaro e tutto contamina e corrompe con la perfida arte dell’inganno. Con Riso amaro, Giuseppe De Santis mette in scena il teatro a cielo aperto di un’umanità semplice e primitiva, la cui esistenza è scandita dal ciclo delle stagioni e sostenuta dalla condivisione, finché l’armonia non è turbata dall’accendersi della rivalità e dall’intervento di un’avida mano distruttrice.
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