Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Formalmente ispirato al cinema di Ejzenstejn, Riso amaro mi pare innanzitutto un film irrisolto, nella dicotomia tra melodramma e denuncia sociale. Tra i due aspetti, mi sembra che funzioni meglio quest’ultimo, teso a mettere in evidenza le sofferenze delle mondine ed il loro sfruttamento da parte dei “caporali”, aspetto che in sessant’anni di storia italiana non è affatto cambiato (si è solo spostato più a sud, con i pomodori al posto del riso). La colonna narrativa del film (il furto della collana, la fuga verso le risaie, le malefatte di Walter, il pentimento di Francesca, l’insana passione di Silvana), invece, è fin troppo ricalcata sul cinema western americano, dipinta a tinte troppo fosche ed esageratamente moralistica. In definitiva, secondo me, un film sopravvalutato, nonostante alcuni pregi oggettivamente apprezzabili.
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