Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Forse non è così nettamente superiore ad altri melodrammi di De Santis; ha però il valore aggiunto della giovanissima Silvana Mangano, che qui diventa una vera icona nazionale. Il resto è noto: una storiaccia di piccoli delinquenti, inserita in un contesto lavorativo che assume risonanze epiche (indimenticabile il duello a colpi di stornelli fra mondine regolari e clandestine) e con un finale blandamente moralista, che era quello che ci voleva all’epoca. Gassman fa il cattivo, in un periodo in cui ancora non era stato scoperto il suo talento comico, e Vallone il buono un po’ monocorde. Voglio ricordare anche la prova di Doris Dowling: forse il suo spaesamento reale, di americana fra italiani, le serve a rendere meglio quello del suo personaggio, cameriera d’albergo in mezzo a mondine.
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