Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
In sceneggiatura, oltre al regista (proveniente dalla critica cinematografica), ci sono due futuri (grandi) autori: Carlo Lizzani e Gianni Puccini, nonchè lo scrittore Corrado Alvaro e gli esperti sceneggiatori Carlo Musso e (già spesso con Mario Camerini) Ivo Perilli. E' la grande stagione del neorealismo e i presupposti per realizzare un'opera importante e durevole quale documento storico non vengono infatti disattesi: Riso Amaro disegna con tratto saldo l'Italia del secondo dopoguerra, impegnata in una faticosa ricostruzione e ormai disillusa in quanto a speranze ed aspettative di futuri felici. Gassman, la Mangano, Vallone fanno il resto; i toni oscillano fra il cupo dell'intrigo ed il rosa del sentimentale, fino al nero profondo del tragico finale.
Lui è un ladro in fuga, lei la sua complice per amore; finiscono fra le mondine, ma il bottino (un gioiello) viene loro sottratto. Si scopre quindi che è un falso; il malvivente non trova migliore soluzione che un saccheggio, complice una mondina, della produzione del riso. Finisce in tragedia.
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