Regia di William Friedkin vedi scheda film
Friedkin è uno dei più coraggiosi, se non il più coraggioso, tra tutti i registi della "New Hollywood", sorta tra gli anni Sessanta e Settanta. Quando diresse "Il braccio violento della legge", aveva già girato, in anticipo sui tempi, "Festa per il compleanno del caro amico Harold", film d'argomento totalmente gay, nonché altre pellicole che qualcuno, anche su questo sito, definirebbe "seminali", come "L'esorcista", "Cruising" e "Vivere e morire a Los Angeles". Ma "Il braccio violento della legge" è probabilmente il suo capolavoro: un poliziesco teso e pieno di tempi morti, come le indagini vere, con pochi dialoghi, secchi ed efficacissimi (il film è stato autorevolmente definito, da Daniela Catelli, come "un poliziesco urbano afasico"), una scena d'inseguimento mozzafiato e definitiva, relativamente al modo di girare sequenze di questo tipo, e con una fotografia mirabolante di Owen Roizman, piena di effetti in controluce azzeccatissimi. Grazie anche ad attori che più in parte sarebbe difficile trovarne (da Hackman a Rey, da Scheider a Lo Bianco e Bozzuffi), si ha uno sghembo capolavoro del genere poliziesco.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta