Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Film a episodi decisamente datato, non tra i migliori della Wertmuller, bravo come sempre Manfredi.
Quattro episodi diretti dalla indimenticabile Lina Wertmuller, qui ancora alle prime armi. In un appartamento un uomo , alias Nino Manfredi, mentre è tutto nudo e insaponato, si colloca sotto il braccio della doccia, ma ’l’acqua non esce .Senza rendersene conto, per via del sapone negli occhi, esce prima dal bagno poi anche dall’abitazione, ritrovandosi sul ballatoio, un colpo di vento richiude la porta alle sue spalle, lasciandolo sulle scale senza alcun indumento. Le sue vicissitudini e l’istrionismo dell’attore Ciociaro fanno da fil-rouge ai quattro episodi in cui si articola il film:
"Un uomo d'onore": Federico, un ricco industriale, scopre che la moglie ruba gioielli ad amici e conoscenti; la rimbrotta alacremente, ma quando si accorge di essere sull'orlo della bancarotta, cambia condotta e la incoraggia a fare nuove razzie, pur di mantenere il tenore di vita, a cui ormai lui e la consorte sono abituati; moralità a singhiozzo, a seconda della bisogna, ma il racconto è molto esile
"Il lanciatore di coltelli": Un artista da circo, male in arnese, anziano e con problemi di vista, invece di acquistare nuovi occhiali continua ad esercitarsi sulla moglie, già guercia e con una gamba di legno, a causa dei continui errori dell’uomo, che durante l’ennesima prova la colpisce e stavolta l’uccide, allora si rammarica di aver perso, non la compagna di vita, bensì la partner di lavoro. Episodio mesto, il cinismo qui si taglia col coltello, la Vukotic comincia la sua “carriera” di moglie sfigata
"Un uomo superiore": Raffaele, un saccente ed arrogante professore universitario ,insultando ripetutamente la moglie, che considera stupida, si balocca sadicamente, lasciando che lei si cimenti in rozze prove di omicidio ai suoi danni, che sistematicamente falliscono, appunto perché la consorte è stupida, lo scopo è di eccitarsi sessualmente; Margaret lee in lingerie è un bel vedere, ma non c’è altro di memorabile.
"Un brav'uomo": Un bracciante della Valle Latina padre di 5 figli, trascorre tutto il giorno in osteria a oziare, insieme a perdigiorno come lui, le offerte di lavoro, del locale parroco, vengono cortesemente respinte, mentre lui non lesina offese, contro la moglie che lo mantiene, spaccandosi la schiena, sia fuori che dentro casa; forse il più caustico e incisivo dei racconti. Donne maltrattate o sfruttate in famiglia, nel nostro bel paese, ce ne sono sempre state, ciò che oggi è mutato e ha avviato una catena di barbari femminicidi, cui non si riesce a mettere fine, è il ruolo non più gregario, che ha acquisito la donna nell’ultimo cinquantennio, cui non ha corrisposto una eguale coscienza maschile; in pratica alcuni uomini, si sono, di fatto, trovati impreparati e spiazzati, rispetto ad una sacrosanta emancipazione femminile, non riescono a tenere il passo e a farsene una ragione, così invece di mettersi finalmente in discussione, perdono la trebisonda e arrivano perfino ad uccidere. Naturalmente, per questo tragico fenomeno sociale, non c’è una sola chiave di lettura, sarebbe semplicistico e riduttivo, ritenere solo questo l’elemento scatenante; però è certo che l’equilibrio nelle coppie è diventato più instabile, le donne sono ormai indipendenti, sia economicamente che socialmente e reagiscono ad angherie e vessazioni, come non succedeva fino a mezzo secolo fa. Naturalmente c’è ancora molta strada da fare, ma il percorso ormai è segnato. Nino Manfredi, protagonista maschile è bravissimo, ma il film è decisamente datato e comunque non tra i migliori della grande Lina Wertmuller
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