Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Una rassegna di bizzarro erotismo disciolta in un contesto da cartolina, in cui la perversione appare come un raffinato cascame degli istinti primordiali. La storia è esile, ma le idee sono fantasiose e splendida è la fotografia. Nonostante certi spunti grevi, la pellicola rimane soffice e leggera come la carta velina. Un “fascino discreto della borghesia” ripulito degli eccessi, e reso etereo e silenzioso, che solo nel finale ritrova, per un attimo, la frenetica coralità del film di Buñuel. Le lunghe esplorazioni mute della protagonista attraverso spazi estranei e pieni di sorprese hanno il vago sapore dell’attonito umorismo di Tati. La solitudine, il déjà-vu, il diario e, soprattutto, l’imbarazzante nudità cui ella non riesce mai completamente a rimediare, completano il quadro squisitamente onirico.
Una ragazza americana, uscita indenne da viaggi solitari attraverso il mondo, conosce finalmente, ed inaspettatamente, l’avventura in una lussuosa villa sul mare.
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