Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Un’ingenua autostoppista americana scampa a un tentativo di stupro sulla costa amalfitana e si rifugia in una villa popolata da personaggi assurdi, oscillanti fra l’atarassia e le pulsioni erotomani: lei non capisce i loro comportamenti ma li annota puntigliosamente nel suo diario, e dopo due giorni fugge insieme a un branco di maiali (quelli a quattro zampe). Polanski imbastisce “la versione per adulti di Alice nel paese delle meraviglie” (Mereghetti), scegliendo un titolo-sberleffo che viene spiegato (si fa per dire) solo nell’ultima scena e alternando abilmente toni grotteschi e inquietanti. Il film arranca un po’ nella seconda parte, quando il meccanismo diventa ripetitivo (anche, va detto, per l’uso deliberato del déjà vu), e contiene alcuni elementi scolasticamente buñueliani (il prete, i giochi sadomaso, i convitati a tavola), ma nell’insieme è godibile. La macchina da presa sembra mossa dalla curiosità dello spettatore, spostandosi fra gli spazi di una villa che sembra non finire mai; e la nudità di Sydne Rome, ventenne e bellissima, rappresenta esemplarmente il concetto di innocenza.
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