Regia di Walter Ruttmann vedi scheda film
Il film la cui visione ispirò il giovane Manoel de Oliveira, convincendolo ad intraprendere la carriera di regista.
Ruttman celebra la storica capitale tedesca, all’epoca del suo massimo splendore, in una rassegna di immagini che si susseguono a ritmo serrato. Il montaggio ama accostare le varianti di uno stesso soggetto, (bambole, manichini, persone) come in un'antologia a tema. Il dinamismo del film, le cui riprese sono effettuate rigorosamente a camera fissa, è principalmente affidato al movimento presente nelle scene, che è prodotto da figure umane oppure da mezzi di locomozione o, ancora, dal moto apparente del paesaggio filmato da un treno in corsa. A creare un effetto caleidoscopico (culminante, alla fine, nell'immagine di una girandola che si trasforma in un fuoco d'artificio) contribuiscono anche e soprattutto i frequenti cambi di angolazione, l'alternanza di campi lunghi e campi ravvicinati, di vedute panoramiche e di dettagli, in cui il passaggio dall'insieme al singolo elemento produce, a volte, il senso di vertigine e strabismo provocato da una messa a fuoco troppo repentina. L'obiettivo si sposta in continuazione dal paesaggio alle macchine, alle persone, e agli animali, cogliendo sempre i soggetti mentre sono impegnati in qualche attività, lavorativa, ludica, sportiva. Il tutto appare immerso in un’armonia futurista poeticamente sincronizzata su una sinfonia universale pulsante tra il generale ed il particolare. Un capolavoro dell'avanguardia cinematografica tedesca, che ha per noi, oggi, il nostalgico sapore di una cartolina antica.
Su Cinerepublic la recensione corredata di immagini:
http://cinerepublic.film.tv.it/berlino-la-sinfonia-della-grande-citta-1927-di/1964/
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