Regia di Carlo Campogalliani vedi scheda film
Un ragazzo povero, ma portato per la musica, riceve lezioni di canto da un uomo apparentemente disinteressato che è in realtà - pur all'insaputa di tutti - il suo vero padre.
Tipico prodottino di fascia mediobassa di quell'epoca, Ascoltami è sostanzialmente un melodramma sconclusionato che assomma disgrazie e belle melodie, sentimenti forti e ugole d'oro senza far troppo caso ai dosaggi, nè tantomeno a mescolare. Una pellicola scritta e girata con rapidità, mestiere e pochissima cura per i dettagli, con la sola pretesa di andare incontro a un pubblico popolare che pretese, per l'appunto, non ha; Carlo Campogalliani, classe 1885 ma ancora per nulla rassegnato alla pensione, è il giusto regista per questo tipo di operine, a cui è già sufficientemente avvezzo. Allo stesso modo il cantante Luciano Tajoli, non particolarmente dotato dal punto di vista della recitazione, non poteva essere più adatto come protagonista; al suo fianco però non compaiono nomi rilevanti o di pur minimo richiamo per gli spettatori. Il risultato è quindi un polpettone freddo e inconsistente, un'ora e mezza di dialoghi altamente retorici, situazioni stereotipate e quache interruzione alla trama qua e là per somministrare esecuzioni canore non sempre giustificabile a livello logico-narrativo. La sceneggiatura, da un soggetto di Francesco Granata-Vigo, è firmata dal regista, da Ugo Guerra e da Stefano Ubezio. Ascoltami è naturalmente il titolo di una canzone di Tajoli, che accompagna la sequenza finale del film. 2,5/10.
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