Regia di Ken Russell vedi scheda film
Sognante musical di Ken Russell, rilassato, lieve, divertito, lontano dai suoi percorsi abituali. Atto d'amore verso certe "atmosfere",
trionfo della musica (melodie soffuse che ricalcano i musical degli anni Venti) e della danza, elegante e sensuale, anche se a tratti troppo almanaccato. Comunque le lunghe parentesi oniriche (quella arcadica, meravigliosa, quella fiabesca e quella "lunare") rivelano l'estro spesso estasiante, la poesia, il fine talento evocativo, del regista inglese. Poco conosciuto e stranamente sopravvalutato (il Morandini lo considera tra i migliori di Russell - francamente i veri capolavori del genio inglese sono altri) è comunque un piacere per gli occhi, per le orecchie e perchè no per il cuore, dove la vicenda forse banale è riscattata da una scattante bizzarria tipicamente russelliana. Ken Russell afferma di esser stato spinto a girare questo musical dolce per bilanciare a tutta la violenza e l'aggressività che aveva messo nel film "I diavoli": non si pensi tuttavia a un'operazione poco sentita, o alla volontà di riaccattivarsi qualcuno: la cifra del "controbilanciarsi" è una costante del maestro del cinema dell'eccesso, forse proprio perchè eccessivo o meglio prorompente e dunque incapace di affrontare in una sola opera tutte le sue pulsioni emotive: così, poi, all'ottimismo di questo musical sarebbe seguita la tragedia del sublime "Music lovers"; all'armonia di "Messia selvaggio" sarebbe seguito il disordinato estro di "Mahler", al cui amore per la musica classica sarebbe seguita la virata rock-operistica di "Tommy", al cui rigoroso controllo della messa in scena visionaria sarebbero seguite le smodatezze di "Lisztomania", alla cui follia sarebbe seguita l'assennatezza di "Valentino", alle cui "ferme" eleganze visive sarebbero seguiti i deliri di "Stati di allucinazione" e così via dicendo in un modo o nell'altro.
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