Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Mi piace pensare che sia il film di Rutger Hauer, piuttosto che di Harrison Ford, che ne conserva un cattivo ricordo, soprattutto per il difficile rapporto con Ridley Scott e per la voce fuori campo che fu costretto a incidere contro la sua volontà. L'attore olandese invece non solo apprezzava enormemente la pellicola, ma contribuì anche alla sceneggiatura improvvisando l'ultima parte del monologo, ritagliandosi così il ruolo di una vita. Un po' di Metropolis, un po' di futurismo, un po' di Moebius, a me ricorda anche Enki Bilal, che muoveva i primi passi a metà degli anni settanta, ma che a sua volta ha un grosso debito nei confronti di Jean Giraud. Mondo distopico, elevatissimo inquinamento, una ridda di temi sui quali riflettere e discutere, la pellicola ha nel tempo acquisito valore iconico e lo status di culto, con immagini indimenticabili e battute passate nel linguaggio comune. Mi rendo conto di andare controcorrente, ma trovo che sia infondata l'accusa di eccessiva lentezza, personalmente avrei preferito una maggiore lunghezza per un'analisi più approfondita dei personaggi principali.
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