Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Non mi piace particolarmente Ridley Scott. Alien però mi era piaciuto parecchio, dunque, spinto soprattutto dall'aria di mito creatasi negli anni intorno a Blade Runner, ho deciso di andare oltre la mia idiosincrasia per Harrison Ford e guardarmi il film celebre per il monologo "I've seen things..." recitato da un Rutger Hauer in splendida forma, poi caduto purtroppo in un incredibile declino.
Blade Runner è fondamentalmente fantascientifico solo per l'ambientazione, una Los Angeles del 2019 tetra e piovosa, in cui imperano il buio e la solitudine, e il tema dei replicanti. In questo contesto, Scott inserisce una storia più drammatica e romantica che fanta-poliziesca: gli androidi hanno sentimenti e ricordi predefiniti, vogliono porre fino all'obbligo di sottostare ad una data di morte anch'essa già predefinita, niente sembra più poterli distinguere dagli umani. Harrison Ford, stavolta piuttosto bravo, veste i panni di un poliziotto alla ricerca di quattro replicanti evasi per eliminarli. Quattro replicanti evasi dalle colonie extra-mondo alla ricerca della libertà di vivere come gli umani, i quali forse non sanno ancora di poter interagire con loro ed amarli, ad eccezione del poliziotto innamoratosi proprio di un nuovo esperimento della Tyrell Corporation. Chissà perché...
Tutto questo non può che finire amaramente, fino al triste monologo di Hauer e un finale che lascia col dubbio.
Su questo film si è detto di tutto e di più. Sono convinto che certi titoli immortali del cinema vadano visti almeno una volta (oddìo, Via col vento non ho punta voglia di vederlo...) e così ho fatto. Blade Runner è difficile da descrivere, mi sembra comunque che ne sia valsa la pena, pur non avendomi dato l'impressione di essere un capolavoro; sarò il fatto che non amo particolarmente il genere, sarà un film che necessita di esser visto più volte, non so...Tuttavia, il mio giudizio complessivo è ottimo.
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