Regia di John Sturges vedi scheda film
Lo so, lo so, Sfida Infernale di John Ford è considerato dalla critica insuperabile nel descrivere questa vicenda , rendendola immortale, sospesa tra epica e romanticismo, dove i personaggi vivono nell'atmosfera di una canzone di gesta carica di nostalgia ...e bla bla, e bla. Eppure quando vedo il film di Sturges vedo il western come deve essere, rude storia di frontiera dove il tutore della legge ha delle problematiche di vita molto "terra terra" ma vere, cosi' come doveva essere a quei tempi : necessità di contrastare la violenza imperversante , necessità di proteggere la propria famiglia, impossibilità di venire compresi da una popolazione bruta ed egoista il cui solo scopo nella vita è accumulare denaro senza pietà per nessuno. C'era poco da fare romanticismo in quell'epoca dove il solo argomento valido era la Colt; e infatti il film è scarno, asciutto come la natura arida che circonda quei paesoni appena nati, non una parola in più del dovuto viene detta dai protagonisti , tutto viene lasciato alle immagini , scattanti quando lo necessità la vicenda , lente (ma senza ralenti o attardamenti alla Sergio Leone) quando il dramma è al climax: la scena di Doc Holliday appoggiato al bancone del Saloon che guarda nello specchio il killer , dietro di lui,che sta estraendo l'arma dallo stivale alzandosi lentamente dlla sedia e di colpo si gira e gli tira il coltello in pieno petto, ha dei tempi perfetti ; una scena che verrà ripresa in numerosi western successivi ma mai eguagliata , così come numerose altre situazioni che ritroveremo scopiazzate dai futuri registi, anche notevoli come Leone appunto. Peccato che Doc/Douglas sia doppiato da quella vocina in falsetto di Paolo Stoppa completamente fuori dal personaggio; peccato anche che la critica, schiava dell'ossequio dovuto ai Grandi, non osi valutare questo film per quello che realmente è , senza fare confronti.
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