Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Per non dover più avere a che fare con i petulanti membri della famiglia Celletti, il sindaco di una cittadina del Lazio fa assumere il capofamiglia Otello come vigile urbano motociclisa. Tra ingorghi e sanzioni, l'agente di polizia municipale fa il suo lavoro come può, finchè si trova a portare aiuto alla bella attrice Sylva Koscina, rimasta in panne con l'automobile mentre si dirigeva verso la capitale. Il protagonista aiuta la donna a riprendere la marcia, "abbonandole" un paio di veniali violazioni al codice della strada, cosa per la quale il personaggio di spettacolo lo ringrazia pubblicamente in TV. Il sindaco riprende duramente il vigile urbano, ricordandogli i suoi doveri e raccomandando l'imparzialità. Poco tempo dopo, però, è proprio il primo cittadino ad essere sorpreso dal vigile mentre compie una grave infrazione, per di più in un contesto poco "nitido". Film di sessant'anni fa, eppure attualissimo per tematiche, ottimamente interpretato da Vittorio De Sica ed Alberto Sordi. Quest'ultimo interpreta Otello Celletti, un reduce di guerra scansafatiche ed inetto, che preme per ottenere un posto come vigile urbano perchè in tal mondo può andare in motocicletta e, contemporaneamente, aiutare i familiari, in perenne difficoltà economica. Incidentalmente, ottenuto il posto di lavoro, può utilizzare il "frammento" di autorità ottenuto con le qualifiche di agente di polizia municipale, per riparare qualche "torto" ed aiutare personaggi, secondo il suo giudizio, in difficoltà. L'essere stato indulgente verso l'attrice Sylva Koscina gli causa una reprimenda del sindaco, interpretato da Vittorio De Sica; se, tuttavia, il vigile Celletti non ha rispetto del proprio ruolo, personaggio peggiore è il primo cittadino, colto nel compiere una grave infrazione, irrispettoso verso il dipendente comunale e refrattario a pagarne le conseguenze. Tra i due uomini si scatena una lotta a distanza; il vigile Celletti, adibito ad altra mansione, è spalleggiato (con interesse, essendo periodo di elezioni) da un partito politico avversario di quello del sindaco. Quest'ultimo, insieme ad una cerchia di compari - criminali in giacca e cravatta - tenta nei confronti del vigile la carta di un vile ricatto, per convincerlo a ritrattare quanto scritto nel verbale. Ed ottiene quanto vuole; il vigile Celletti, per tutelare la propria famiglia, nega quanto affermato. Ma il destino è comunque avverso allo "spericolato" sindaco. Il regista Luigi Zampa racconta un'Italia di torbidi legami tra politica ed imprenditoria; di una consorteria di potenti in grado di blandire e minacciare il popolo, che sogna una vita come la loro, salvo poi rimanere deluso nel comprendere quale marciume si annidi dietro i "paraventi" dell'eleganza e della ricchezza. Il sindaco è un personaggio dedito al malaffare, che compie senza rimorsi e nella convinzione di non aver nulla a che spartire, anche a livello intellettuale, con i sottoposti. Il racconto ha tono da commedia, ma suscita riflessioni che portano all'amarezza. E' la sorte, non la giustizia umana, a rendere a punire il primo cittadino per quanto commesso. Oltre ad Alberto Sordi e Vittorio De Sica, ho apprezzato Sylva Koscina nel ruolo di sè stessa e Marisa Merlini, che interpreta Amalia, spontanea ed a volte verace moglie del protagonista. La vicenda è ambientata in una imprecisata località del nord del Lazio, nel quale convivono elementi della tradizione contadina a fianco ad elementi di modernità, e risulta interessante per lo spaccato di vita che racconta; la politica fatta nelle piazze, la vivacità delle osterie, la visione collettiva della TV in un locale specifico, autovetture potenti che sfrecciano per le strade; un'Italia, nonostante tutto, in pieno sviluppo economico, eppure già afflitta da mali, ancora oggi, ben lontani dall'essere guariti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta