Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
La commedia all'italiana in uno dei suoi nodi, dei suoi punti focali. La polemica socio-politica è qui fortissima e portata in primo piano con sorprendente sincerità, merito non solo del personaggio sordiano all'ennesima potenza (Otello Celletti, vigile), ma anche della sceneggiatura stesa dalle sapienti mani di Sonego (storico collaboratore di Sordi), del regista stesso e di Ugo Guerra. La corruzione diffusa ed il sistema di potere politico basato su ricatti e sopraffazione erano certo già materia popolarmente nota nel 1960, ma tanto marciume quanto emerge da questo film poteva essere sviscerato solamente in forma di commedia, affidando al lieve satireggiare dell'opera il messaggio comunque piuttosto diretto e deciso. De Sica è una spalla di lusso, brava la Merlini, compaiono la Koscina e Mario Riva, nonchè Pisacane-Capannelle. La morale, amarissima, è l'emblema della commedia all'italiana.
Il disoccupato romano Otello Celletti, appassionato di moto, riesce a diventare vigile motorizzato. Combina però da subito solo guai: prima lascia andare l'attrice Sylva Koscina, fermata senza patente; poi, rimproverato per il mancato zelo, multa il sindaco in persona. Fomentato dagli oppositori politici del sindaco, Celletti decide quindi di candidarsi alle elezioni comunali, svelando una serie di retroscena loschi che coinvolgono il primo cittadino e la sua giunta. Ma, colpito da ricatti e minacce, finisce per accontentarsi del suo posto da vigile. E i guai ricominciano, persino più gravi di prima...
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