Regia di Vittorio Sindoni vedi scheda film
Milano, fine anni Settanta. Un giovane giornalista indaga su un attentato che ha coinvolto un collega; sono anni difficili e il terrorismo imperversa nel Paese. Nel mirino finirà anche il giovane.
Per il decennale dalla scomparsa di Walter Tobagi, giornalista assassinato dal terrorismo di estrema sinistra nella primavera del 1980, Vittorio Sindoni gira questo Una fredda mattina di maggio, ricostruzione un po' approssimativa, ma sincera dei fatti accaduti dieci anni prima. Dietro al lavoro c'è anche la Rai, ma non si tratta di una pellicola esplicitamente orientata al piccolo schermo; in ogni caso però i toni e l'andamento narrativo non sembrano particolarmente raffinati, ricordando da vicino quelli semplici e diretti delle produzioni televisive. Il già ben quotato Sergio Castellitto riveste il ruolo del protagonista, un certo Ruggero Manni che è un chiaro alter ego di Tobagi, come dichiarato letteralmente nella didascalia di apertura del film; al suo fianco fra gli interpreti di maggior richiamo si trovano Gabriele Ferzetti, Pietro Ghislandi, Roberto De Francesco, Marie Laforet e Alessandra Acciai, nonchè una giovane Margaret Mazzantini, che tre anni prima era diventata signora Castellitto. Nel complesso il lavoro mostra qualche lacuna non insopportabile, ma è comunque nobilitato dalla scelta degli argomenti messi in scena. Sindoni da qualche anno girava ormai solo per la tv di Stato e in futuro proseguirà la carriera su tale rotta. 3,5/10.
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