Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Nella provincia siciliana, la minorenne Agnese (Stefania Sandrelli) ha una scappatella con il fidanzato di sua sorella Matilde (Aldo Puglisi). Quando suo padre Vincenzo (un grandissimo Saro Urzì) viene a sapere la cosa, minaccia il giovane e la sua famiglia in modo tale da ottenere le nozze per la figlia disonorata. Tra gli immischiamenti di giustizia e clero, i due finiscono sull'altare dopo una serie di colpi di scena e un finto rapimento, Don Vincenzo muore e l'onore della famiglia sarà salvato soltanto a metà. Film epocale ricavato da un soggetto di Piero Germi e Luciano Vincenzoni (sceneggiato dai due con Age e Scarpelli), Sedotta e abbandonata si configura come una satira feroce che punta il dito contro un certo bigottismo parruccone della società meridionale e contadina di quell'epoca e contro l'assurdità di certe norme del nostro codice civile, al punto da virare non di rado su registri volutamente grotteschi. Amarissimo e divertente allo stesso tempo, il film conserva quell'autenticità nella caratterizzazione dei personaggi che era una delle cifre stilistiche di un regista mai abbastanza apprezzato dalla critica. Francesco Massaro era l'aiuto regista. Urzì venne premiato a Cannes, mentre Trieste vinse il nastro d'argento.
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