Regia di Pietro Germi vedi scheda film
E' fatto benino e spigliato, ma, soprattutto nella seconda parte, i toni si fanno eccessivi e la farsa è dietro l'angolo. Germi iniziava in quegli anni ad avere il dente avvelenato col matrimonio, la famiglia, e il cattolicesimo, e dal film tutti e tre ne escono fatti a pezzi. Sinceramente io non c'ero in Sicilia negli anni '60 (e neppure altrove), ma mi pare che, pur in presenza di certe reali storture nei costumi sociali, il film picchi all'impazzata e decisamente troppo. Si pensi solo al rifiuto di sposare una donna che l'uomo stesso ha violato... La società siciliana di allora sarebbe stata una gabbia di matti, tutti prigionieri di una morale assurda e sadistica che sarebbe un prodotto della fede cattolica. Gli eccessi e le aberrazioni degli uomini nel distorcere e estremizzare precetti morali ci sono sempre stati e ce n'erano di sicuro anche allora, ma portarli all'estremo e all'assurdo come fa Germi mi pare una scelta arbitraria e faziosa. Ciliegina sulla torta: la figlia tonta e bruttina, ma pur sempre vergine, solo perché è stata scaricata dal primo fidanzato, viene sbattuta in convento.
Buzzanca fa quasi l'ebete (come tutte le sue prime interpretazioni), Urzì fa l'esagitato, Trieste fa l'idiota patetico, Puglisi fa il figlio di Mammà, e la Sandrelli la colomba innocente vittima di una morale crudele. Un po' di cinismo nei personaggi, non vi pare? Comunque la Sandrelli era già all'epoca bellissima, ed è tutta da ammirare. Belle le musiche.
Cosa devo dire? Mi piacciono molti film di Germi, ma, da quando iniziò a scagliarsi contro famiglia e matrimonio tramite l'esagerazione e il paradosso, non più. Peccato, perché le capacità non gli vennero mai meno.
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