Regia di Joseph Losey vedi scheda film
Nella campagna inglese del primo ’800, un nobile spiantato dovrebbe sposare la figlia di un vicino per rimettere in sesto le proprie condizioni economiche; ma si innamora follemente di una zingara, che gli si introduce in casa insieme all’amante e ne diventa la padrona. Intanto il nobile non consente che la sorella sposi un giovane medico di rango sociale inferiore; e una zia anziana e ricca muore, lasciando un testamento dalle clausole molto particolari. Comincia come un compassato dramma in costume, ma presto l’interpretazione della Mercouri (anche troppo sguaiata) innalza i toni a livelli parossistici. È in sostanza la stessa storia di progressiva abiezione che poi Losey racconterà ne Il servo, qui ancora mantenuta su un piano sessualmente ortodosso ma già abbastanza inquietante. Il titolo originale accosta l’uomo e la donna; invece quello italiano privilegia giustamente lei, che è l’elemento forte della coppia: lui, rivestito di un’autorità solo apparente, è consapevole della propria degradazione (“Ero solo uno scioperato prima di conoscerti, ora sono un delinquente”) e diventa sempre più abulico, salvo riscattarsi in un finale disperatamente liberatorio.
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