Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
Anche Mario Merola fa il Charles Bronson, e c'è un commissario di polizia che, accortosi che i criminali non si riesce a batterli con i mezzi che offre la legge (spesso supina nei confronti di avvocati di malaffare), è pronto a cancellare le prove e a scagionarlo dai sospetti. Qui il buon Mario è un ex portuale divenuto costruttore di barche, che all'inizio soggiace alle estorsioni della criminalità organizzata e poi, sulla scorta dell'esempio civico del figlio, cui hanno per dispregio violentato la fidanzata, reagisce, fino a mettere su una banda di commercianti, che sterminerà i malviventi. Infarcito di luoghi comuni sulla napoletanità e sulla camorra, il film di Alfonso Brescia è il classico spettacolo sul bravo cittadino che s'incazza, con contorno di canzoni e lacrime napulitane. La messinscena è da dopolavoro, Merola è statico come un menhir, Sabàto, in evidente decadenza di popolarità, fa il cattivo siculo, e gli intermezzi comici affidati a Lucio Montanaro, abituale compare di Alvaro Vitali (nonché specializzato in diarree alluvionali), sono penosi. (9 novembre 2007)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta