Regia di Michael Anderson vedi scheda film
Amore e famiglia dalla penna di Karol Wojtila in un tentativo di cinema d'autore.
E' un film dove convivono due realtà e due menti: quella di un certo cinema medio (d'epoca, culturale) anni '80, fatto con una certa professionalità, ma pure senza troppe idee, con poca convinzione e piuttosto impersonale, e quella di Karol Wojtyla, che certamente era estraneo a tutto ciò. I dialoghi, infatti, non sono dei migliori e tradiscono una certa inettitudine nell'esprimere i contenuti morali e religiosi di cui l'opera originale si fa portatrice, i quali, invece, appaiono chiaramente negli stralci di testo letti dalla voce narrante.
Un'altra nota di demerito devo affibbiarla al doppiaggio di serie B, specialmente quanto a un paio di personaggi.
Precisato questo, è una pellicola gradevole e abbastanza scorrevole. Gli attori sono discreti, e Anderson conferisce al tutto il giusto ritmo. Burt Lancaster riesce a lasciare il segno, pur in un ruolo di un personaggio statico e taciturno.
Quanto ai contenuti, l'opera di partenza è un inno ai valori del matrimonio e della famiglia, che erano temi cari a Wojtyla molto prima di diventare papa. Tutto ciò nel film appare un po' smunto, forse a motivo di una sceneggiatura su commissione e poco convinta.
Insomma un po' più di nerbo dalla regia e una sceneggiatura più all'altezza e si poteva ottenere ben di più.
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