Regia di Michael Apted vedi scheda film
“Nel dicembre del 1926 la famosa scrittrice di gialli Agatha Christie sparì da casa per undici giorni. Ciò che segue è la spiegazione immaginaria di un autentico mistero”, avverte sorniona la didascalia iniziale. Agatha Christie, nevroticamente attaccata al marito che vuole il divorzio per sposare la sua segretaria, scompare: le circostanze fanno sì che la polizia pensi a un suicidio, lo spettatore è portato a credere che voglia far fuori la rivale raggiungendola in incognito in una località turistica, ma il finale sovverte entrambe le aspettative; così il film si rivela essere la storia di un’esperienza terapeutica, da cui la protagonista esce rinnovata interiormente e pronta ad affrontare la vita. Ma l’idea vincente è quella di accostare una stangona come la Redgrave a un piccoletto come Dustin Hoffman (il giornalista americano che ha intuito quasi tutto), formando un’improbabile coppia di due potenziali anime gemelle che si sfiorano e poi si lasciano: la scena delle spiegazioni in una stanza d’albergo è deliziosa (“Mi piace pensare che l’avrei resa felice, ma è stata infelice la scelta del momento”).
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