Regia di Michael Apted vedi scheda film
La scintilla scatenante per la realizzazione di questo film è molto interessante ed ancor più lo è la sceneggiatura rivelatrice del motivo che portò la Christie a scomparire dalla circolazione per undici giorni destando la curiosità della stampa e dell'opinione pubblica, entrambe fantasticarono le ipotesi più intriganti e spigolose come il suicidio, l'omicidio per mano del marito Archie innamorato di un'altra o addirittura una semplice strategia pubblicitaria per promuovere i suoi romanzi all'indomani della pubblicazione del classico "L'assassino di Roger Ackroyd", logicamente la chiave del mistero è assolutamente fittizia e la si deve alla penna di Kathleen Tynan che sostituì un seccatissimo David Putnam in contrasto totale con un Dustin Hoffman depresso e scontento sia dello script che del suo ruolo tanto da voler ritornare a Broadway e mollare definitivamente il cinema dopo l'interpretazione del giornalista Wally Stanton, si sa che Hoffman è uno degli attori più ingestibili e ipertesi della storia ma indubbiamente il suo malessere durante la lavorazione appare giustificato dal fatto che in questo film è proprio un corpo estraneo, la sua professionalità gli permise di portare a termine il lavoro ma non ce lo vedo proprio nei panni del giornalista brillante che risolve il mistero e sarà l'unico ad esserne al corrente oltre la Christie, in più l'alchimia con la Redgrave nei panni della scrittrice non è poi così solida e si ha come l'impressione che un attore inglese sarebbe stato più adatto per un clima così british.
Apted fa una scelta ben precisa che risulta vincente: tratta il caso della sparizione di Agatha Christie con gli stessi elementi e l'atmosfera di un suo giallo e per citare il Poirot di "Corpi al sole" potrei dirvi di prendere in considerazione una scrittrice di romanzi gialli in crisi coniugale ma innamorata di suo marito, il marito bello e affascinante che non l'ama più, la sua amante bella e giovane, una macchina incidentata vicino ad un lago, la sua proprietaria scomparsa all'apparenza annegata ma che in realtà sta elaborando un piano sfruttando le sue immense capacità di giallista, una stazione termale tipo Montecatini dove rifugiarsi sotto mentite spoglie, un macchinario che se manomesso assume la funzione di una sedia elettrica, un giornalista americano con un buon fiuto per gli scoop che risolve il mistero, risvolti sentimentali fra i protagonisti e come in ogni buon giallo che si rispetti un bel colpo di scena perchè ovviamente non tutto è come sembra.
Apted da il meglio di se proprio nel concitato montaggio del momento culminante della storia ma prima di esso si prende parecchie pause suscitando più di uno sbadiglio nella parte centrale in cui Stanton approccia la Christie un po' per professione e molto per attrazione, la Redgrave è in parte e fa un buon lavoro in questo ruolo ma a mio parere l'intero cast è surclassato da un carismatico Timothy Dalton nel ruolo del colonnello Archibald Christie sebbene il suo personaggio sia più presente all'inizio e nel finale della storia che durante il suo sviluppo, la ricostruzione del 1926 è ottima ma la fotografia un po' troppo opaca, nonostante ciò merita sicuramente una visione e contravvenendo a ciò che molti suoi fans affermano non è un film con Dustin Hoffman che si può considerare trascurabile, "Ishtar" lo è!
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