Regia di Louis Malle vedi scheda film
Malle torna a guardare indietro, ma non tanto quanto nel precedente Arrivederci ragazzi, ambientato nella Francia occupata dai nazisti del 1944; questa volta lo sguardo sottilmente critico del cineasta francese si sofferma sul maggio del 1968. A confermare l'originalità del regista ecco quindi una storia (sceneggiatura scritta insieme a Jean-Claud Carrière) che parla degli avvenimenti del famoso 'maggio parigino'... senza mostrare mai Parigi, anzi tenendosene bene alla larga, estrapolandone la piccola borghesia e mettendola in mostra in un ambiente rurale, fatto di spazi aperti, natura e tempi rallentati, per meglio osservarne le reazioni (ai fatti in corso) e interrelazioni (fra personaggi sostanzialmente uniti da un solo motivo e piuttosto materiale: un'eredità). Dal macrocosmo della politica nazionale al microcosmo delle polemiche e ripicche personali il passo non è breve e soprattutto non è così scontato: Malle forse chiede un po' troppo a questa pellicola, soprattutto se si considera l'orientamento negativo di quasi tutti i protagonisti (se si eccettua il Milou del titolo) che oltrettutto non aiuta neppure a simpatizzare con i personaggi in scena. Il cast è ben assortito, diretto dal come sempre ottimo Michel Piccoli (Miou Miou è l'altro nome scritto in grande sul cartellone), musiche lievemente jazzate (=scanzonate, briose) di Stephane Grappelli, con Malle - che peraltro produce anche il lavoro - già quindici anni prima per Lacombe Lucien. 6/10.
Nella villa di campagna dove un'anziana è appena morta si riuniscono i parenti della defunta; in attesa di conoscere il testamento, arrivano da Parigi le prime notizie sulle rivolte: siamo nel maggio 1968.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta