Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Una volta un noto cineasta disse: "Nel mio mondo ideale i film non dovrebbero più prevedere le trame e dovrebbero semplicemente raccontare a tutto tondo i personaggi; tuttavia la trama nel film c'è, perché c'è ancora chi è appassionato di questa brutta cosa.". Diario di un vizio, penultima regia del compianto Marco Ferreri, incarna al 100% questo pensiero, nonchè un modo di interpretare la cinematografia. Benito Balducci, interpretato da Jerry Calà, è il cuore, l'anima e l'essenza di una pellicola completamente esente da una trama, che vive soltanto nelle azioni del suo protagonista. Benito è un quarantenne afflitto da un grave disturbo mentale e (soprav)vive coi pochi spiccioli che raccimola vendendo squallidi detersivi in squallidi locali. Sognava di fare il professore di filosofia e l'unico sollievo nella sua esistenza è il (poco) tempo passato assieme alla sua compagnia Luiga, molto più giovane di lui e interpretata da Sabrina Ferilli. Diario di un vizio riesce in tutti i sensi ad essere ciò che vorrebbe essere: un film capace di esplorare al meglio la virilità dell'animo maschile, nella sua emotività e nella sua eroticità. Nel film funziona tutto: dalla regia di Ferreri (che come suo solito non si concede prodezze dietro la macchina da presa, ma pilota ottimamente la storia), alla fotografia e scenografia di una Roma irriconoscibile e all'interpretazione di Jerry Calà. Calà fornisce infatti una prova eccellente, dove alterna momenti struggenti ad altri più bizzarri, ma sempre con grande bravura. Brava anche Sabrina Ferilli, erotica e sensuale al punto giusto.
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