Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Ottimo film di Wilder, indicato a chi "beve troppo"
Nel lontano 1945,quando le campagne di sensibilizzazione contro l'alcol non erano nemmeno in embrione, si era da poco usciti dal proibizionismo,questo film fu un riuscito e coraggioso documento di denuncia, contro una delle piaghe peggiori che affliggeva e affligge l'umanità,l'alcolismo che peraltro continua ancora oggi, più di prima a mietere vittime e a diffondersi nei giovani sempre più precocemente.Il regista,un grande Wilder,con chiari intenti educativi, propone un riuscito affresco di una vita piegata all'abuso di questa sostanza,senza indulgenze e con algido e brutale realismo, tratteggia le giornate di un uomo in crisi esistenziale e professionale,la cui vita è scandita solo dalle maledette bottiglie, suo unico rifugio, compiendo il suo doloroso calvario,scende tutti i gradini del degrado umano, privo di dignità, si lascia vivere senza altro scopo che assecondare il suo bisogno e ciondola senza meta e senza consapevolezza, il bar diventa l'unico obiettivo e la sua unica prospettiva.La descrizione dei sintomi del "delirium tremens"la fase confusionale dell'astinenza, in cui ricade l'alcolista cronico,quando prova a smettere,è precisa,scientificamente puntuale ed estremamente verosimile e per questo traumatica e scioccante,Il soggetto diventa preda di deliri, allucinazioni spaventose,incubi senza fine e convulsioni dolorose. Ray Milland presta il volto e le espressioni a questo personaggio, con maestria e talento.il film ha un lieto fine,l'amore della fidanzata e quello del fratello, salveranno l'uomo dai suoi demoni.Consigliato a chi si trastulla con il vizio di bere,pensando che è un passatempo piacevole e innocuo.
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