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Giorni perduti

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su Giorni perduti

di chinaski
9 stelle

Incubo metropolitano. Strade oblique, in cui la luce ferisce lo sguardo. Trascinarsi per quelle strade, la macchina da scrivere sotto il braccio, alla ricerca di un negozio di pegni. Il bisogno di soldi. Il bisogno di alcol.

 

La dipendenza costruisce i suoi circoli, la ruota gira senza un inizio e una fine, giorno e notte perdono di importanza. Riempire il bicchiere. Svuotare.

 

Don Birman, scrittore fallito e alcolizzato totale, combatte la paura viscerale della pagina bianca con il colore biondo pallido del Rye, una lotta impossibile, una ragnatela di azioni e gesti ripetuti in cui rimane intrappolata la sua mente, il vizio e la cura sono la stessa sostanza, il vortice delle ore lo trascina in un inferno alcolico in cui l’ultima demoniaca estasi è visionaria e agghiacciante, topi che escono dalle pareti, pipistrelli che volano nella stanza, mura striate di sangue, urla nella notte, derive espressioniste nelle ombre dell’incubo, una camera di ospedale, astinenza e allucinazioni.

 

Intuizioni visive di Billy Wilder nel mostrare il bisogno Birman. Il suo sguardo magnetizzato dai calici in mano agli attori, durante una rappresentazione della Traviata, il cesto con le bottiglie di champagne diventa il personaggio principale della sua personale visione dell’opera, una bottiglia che penzola da una finestra, la panoramica iniziale e finale (all’inverso) per inquadrarla, l’ombra di una bottiglia proiettata sul soffitto di una stanza, ultimo nascondiglio per fuggire a sé stessi.

 

Né l’amore di una donna, né quello di un fratello sembrano una forza sufficiente e contraria per staccare Birman dall’attrazione cronica verso l’alcol, come lui, nelle mattine e nelle strade, decine, forse centinaia di persone, che aspettano l’apertura di un bar, il primo goccio, quello più importante, per rimettere le cose in sesto, quando si è più deboli, indifesi, in quella luce violenta, che cancella ogni ricordo e ogni possibile volontà di resistere, la bocca asciutta, la sete, il cerchio perfetto di ogni dipendenza.

 

 

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