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Giorni perduti

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Giorni perduti

di angelina
10 stelle


Don Birman (Ray Milland),scrittore in crisi creativa,che dopo un iniziale successo è caduto nell'oblio,si è rifugiato nell'alcool,dalla cui dipendenza non riesce a staccarsi,nonostante l'affetto e il fervido sostegno del fratello Wick (Philip Terry) e della dolce fidanzata Helen (Jane Wyman).
Durante un solitario fine settimana a New York,dopo aver rifiutato di seguire Wick in campagna,a casa di amici,Birman tocca il fondo dell'autodistruzione e viene ricoverato in un reparto psichiatrico per alcolizzati da dove riesce a fuggire in condizioni disperate.
Dal bellissimo incipit,un piano sequenza,che da una panoramica su una grigia New York riprende una modesta casa in mattoni,dove da una finestra,appesa per una corda,pende una bottiglia di whisky,Billy Wilder ci introduce subito nel cuore del dramma,la discesa agli inferi di uno scrittore alcolizzato e il disperato tentativo del fratello e della fidanzata di salvarlo dalla sua ossessione.
Rimasto solo,in un "perduto" fine settimana (The Lost Weekend),in una New York cupa e desolata,Don Birman,per procurarsi una bottiglia di whisky è disposto a vendersi l'anima,la propria dignità e la sua macchina da scrivere.
Tratto dall'omonimo racconto di Charles R.Jackson,adattato dallo stesso Billy Wilder,in collaborazione con Charles Brackett (anche produttore),The Lost Weekend è l'affresco amaro e struggente di una perdizione,sorretto dalla straordinaria intepretazione di Ray Milland - premiato con l'Oscar - e dalla splendida fotografia di John F.Seitz ,dal taglio espressionista,nel raffinato gioco di ombre e luci,contrappuntato dalla musica di Miklòs Ròsza,di grande suggestione emotiva.
"Qui,nel disincanto - soprattutto nella consapevolezza del Male e nello stile espressionista adottato - si vede tutto il retroterra europeo del regista,cresciuto tra Vienna e Berlino,ebreo laico che ha visto il suo mondo minacciato e prossimo al collasso." (Luigi Locatelli)
Memorabili alcune sequenze.La frenetica ricerca di un banco dei pegni aperto,durante la festività ebraica del Kippur,in un quartiere squallido e desolato,il ricovero coatto in un sinistro reparto psichiatrico per alcolizzati,la macabra allucinazione del topo aggredito da un pipistrello,anch'essa di chiaro rimando espressionista.
Wilder sfugge qualsiasi deriva retorica e sentimentale,lo stile è asciutto e rigoroso,l'implacabile discesa di Don Birman verso l'autodistruzione è vista con sguardo lucido e impietoso,anche se partecipe.In ottemperanza al Codice Hays di autocensura vennero omesse,nella trasposizione cinematografica del racconto di Charles Jackson,l'omosessualità del protagonista e la sua relazione con un uomo.
Dramma umano e sociale di grande potenza espressiva e stilistica,struggente tranche de vie di un uomo alla deriva,The Lost Weekend concede solo nel finale,forse un pò troppo affrettato e consolatorio,la possibilità di un riscatto in nome dell'amore.
Quattro premi Oscar nel 1946 e Palma d'oro al Festival di Cannes,nel medesimo anno,a Billy Wilder.Menzione speciale a Ray Milland per la migliore intepretazione maschile.

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Ultimi commenti

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  2. steno79
    di steno79

    Il film vinse gli Oscar più importanti come miglior film, regista e attore e fu il riconoscimento definitivo dello statuto di autore a Wilder da parte di Hollywood, che si sarebbe ripetuto quindici anni dopo con L'appartamento. Secondo me sarebbe stato ancor più giusto premiare con gli Oscar La fiamma del peccato dell'anno precedente, un film noir archetipico e davvero imprescindibile che rientra fra le vette del cinema anni 40, ma come hai detto nella tua pregevole analisi, anche Giorni perduti è un dramma umano e sociale di grande potenza espressiva e stilistica e rientra fra le opere migliori del regista. ciao stefano

  3. angelina
    di angelina

    Grazie,Stefano,per il tuo commento molto interessante ! Concordo con te che lo splendido noir "La fiamma del peccato" avrebbe meritato degli importanti riconoscimenti (ebbe ben 6 nomination),che invece sono andati tutti a favore di "Giorni perduti",opera comunque,come hai sottolineato,tra le migliori di Billy Wilder e,insieme a "I giorni del vino e delle rose" di Blake Edwards,il più intenso e potente affondo nel dramma dell'alcolismo.Ciao ! Angelina

  4. angelina
    di angelina

    ....E grazie anche,Stefano,per il tuo gentile apprezzamento !! Ciao, Angelina

  5. ed wood
    di ed wood

    bellissimo film, del periodo "nero" di Wilder, quando non si era ancora convertito alla commedia..."Viale del Tramonto" resta il top di questo filone, così come la "Fiamma del Peccato" è il paradigma noir, che più noir non si può...senza dimenticarci di perle come "Stalag 17", il suo vertice puramente drammatico è stato probabilmente proprio "Giorni Perduti" (forse il suo unico film in cui la tragedia non è bilanciata dallo humour): grande performance di Milland, memorabile ambientazione metropolitana, sequenze da antologia influenzate dall'espressionismo...un grande ritratto di solitudine e disperazione americana, da parte di uno dei 10 maggiori registi che il cinema USA abbia mai avuto...un plauso al commento di Angelina, sintetico ma esauriente...

  6. angelina
    di angelina

    Bellissimo commento,Ed Wood,che arricchisce l'analisi del film e grazie per il tuo gentilissimo apprezzamento !! Ciao,Angelina :-)

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