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Giorni perduti

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su Giorni perduti

di Baliverna
10 stelle

Grande Billy Wilder, che nel ’45 stupì tutti con uno dei suoi capolavori. E’ un film di notevole forza drammatica, che rappresenta senza pietà la vita infernale di un alcolizzato, analizzandone i risvolti psicologici e affettivi. Ray Milland dà un’eccellente interpretazione, specie nelle scene dove è ridotto all’ultimo stadio, con la barba lunga e la faccia sfigurata dall’alcool. Molto buoni sono anche i passi dove il terrore degli spaventosi incubi gli si dipinge sul volto. La sceneggiatura rappresenta inoltre in modo molto efficace la tentazione che assale l’alcolizzato, la quale è a volte provocata da pretesti che un altro neppure noterebbe (come il brindisi della Traviata), poi il modo in cui la tentazione lo tormenta e lo getta nell’agitazione, e il suo arrendersi immediato ad essa. Colpisce anche il personaggio della prostituta, tratteggiato con pochi ma riusciti tratti: in una manciata di battute si rivela tutta la sua sofferenza interiore, lo schifo per la vita che conduce, e il suo disperato bisogno di un uomo che la ami e non la usi. Ma anche altri personaggi secondari sono tratteggiati molto bene (la vicina impicciona). E' impressionante l’episodio del reparto alcolizzati dell’ospedale. Il finale è aperto a una timida speranza. E’ un film che andrebbe mostrato nelle scuole, a mo’ di ammonimento per i nostri sbarbatelli e smorfiosette viziati, che pensano che bere sia innocuo e divertente. E poi ditemi quello che volete, ma pellicole così oggi non son più capaci di farle.

 

 

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