Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Voto 9. Billy Wilder in veste drammatica, molto drammatica! La sua capacità di mantenersi ai massimi livelli, sia in film come questo che in pellicole come "Uno, due, tre" o "A qualcuno piace caldo", ha dell'incredibile. Il tema trattato è quello dell'alcoolismo, ma si estende in realtà alla condizione della tossicodipendenza in generale, con i suoi meccanismi psicologici fatti di menzogne agli altri e a se stessi, di promesse vane, di clandestinità e complicità. Ottima, al riguardo, la battuta dell'infermiere nel centro di cura per alcoolisti: dice, a grandi linee, che durante il proibizionismo degli anni '20 e '30 il numero di pazienti era ricoverati era enormemente aumentato. Messaggio chiarissimo. Il film è girato quasi interamente in interni e punta sulla crescente drammatizzazione della vicenda, nonché sulla straordinaria interpretazione di Ray Milland, vincitore di un Oscar meritatissimo. La scena del delirium tremens è entrata a giusto titolo tra i momenti da antologia dei grandi film.
Cronaca dell'autodistruzione di un alcoolista, che alla bottiglia sacrifica l'affetto e la fiducia di chi gli sta intorno, a cominciare dalla fidanzata e dal fratello. Il finale ha toni ottimistici, ma potrebbe anche essere l'ennesima promessa da marinaio.
Il modo in cui ha saputo calarsi nel personaggio fa venire i brividi.
Oltre ad essere uno dei maggiori registi di tutti i tempi, è anche uno dei più ecclettici, ma fa sempre centro!
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