Regia di Jane Campion vedi scheda film
Da più parti sono piovute critiche su questo film: sulla lentezza di determinati passaggi, sulla crudezza di alcune scene, sulla particolare antipatia della protagonista. Eppure Lezioni di piano rappresenta per me un film meraviglioso, viscerale e vero.
Saranno le ambientazioni della Nuova Zelanda ad aiutare il lavoro della bravissima Jane Campion, ma bisogna dire che sia la scrittura che la regia del film risultano particolarmente benfatti.
Il film è avvincente e molto emozionante. È la storia di Ada (Holly Hunter), una donna muta, che adora il proprio pianoforte anche più di sua figlia, con la quale si trasferisce in Nuova Zelanda per sposare un uomo che nemmeno conosce. Qui si invaghisce di un Maori (Harvey Keitel), che coi suoi modi gentili, iniziati però con uno spregevole ricatto, la fa innamorare. Le cose precipitano quando suo marito (Sam Neill) li scopre in intimità.
Molto poetica la ragione di fondo del film: una donna sfortunata, maltrattata dalla vita, trova la forza di vivere rendendo la musica del suo pianoforte la propaggine dei propri sentimenti, in attesa dell’amore. Ed attraverso l’unico strumento che le permette di comunicare indiscriminatamente i propri desideri, inganna il tempo in attesa della tanto sospirata felicità.
Tutti gli attori sono straordinari, con una menzione speciale per la piccola Anna Paquin e naturalmente per la Hunter.
Il film diventa leggendario per il nudo integrale di Keitel, i vestiti e i cappellini della Hunter, per la scena del marito geloso che sotto la pioggia va a tagliare il dito della moglie fedifraga o, ancora, per la Hunter che cola a picco col suo pianoforte. Anche se sicuramente ciò che rimarrà nella mente è la straordinaria melodia firmata dal maestro Michael Nyman.
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