Regia di Tom Savini vedi scheda film
la burla di uno scherzo infantile protratto da anni si trasforma in pure hell on earth. mettere mano ad un cult è possibile e savini ci è riuscito creando , a mio modesto parere un cult lui stesso.
reduce dalla visione di IL GIORNO DEI MORTI VIVENTI, con nel cuore l'assedio nel supermercato di ZOMBI, mi riaccingo a vedere il remake di tom savini, e che bello riconfermo l'entusiasmo della visione di qualche anno fa.
quel look modernariato che DOVEVA ricondurre al super vintage del classico romeriano, dove il colore andava a sostituire il bianco e nero col bianco che invadeva il campo del nero in un'operazione a cavallo di una linea di confine horror, per certi versi legata ancora al terrore anni 50, come conferma l'utilizzo della colonna sonora.
colonna sonora che invade pervasivamente la visione fino ad essere QUASI fastidiosa.
lo strombazzamento di archi e strumenti a fiato, coi suoni elettronici da musica d'avanguardia che insinuano ancora di più il dubbio, il panico e l'angoscia di non sapere cosa sta succedendo.
perchè che sia una sonda di venere, piuttosto che un batterio o un virus, l'incubo tremendo di un morto che non muore e anzi da la caccia ai vivi per straziarne le carni alla rincorsa di una fame che non sazierà mai fino al deperimento totale del cervello, è diventato realtà.
e gli scherzi cretini del fratello che gracchia alla sorella "ti stanno venendo a prendere barbara", in età avanzata si tramutano in assurda quanto folle verità.
cioè il film dell'orrore che spaventava johnny e barbara da bambini è diventato un tremendo incubo ad occhi aperti da cui si può solamente fuggire all'impazzata.
fino a quando non si trova una casa che può dare temporaneo rifugio; rifugio da quelle .... cose che lente ma inesorabili seguono i vivi per afferrarli.
ed è proprio barbara a rendersi conto, dopo i primi turbamenti, di come quel rifugio sia pericoloso e di come sia "facile" sfuggire alla lentezza di quei corpi disarticolati.
il film di savini offre una visione nuova almeno dei due protagonisti; barbara non è più l'essere catatonico che non riesce a rendersi utile e ben, l'eroe nero è un uomo forte e risoluto, ma anche colto da un'inquietudine di fondo che lo rende molto fragile e sensibile.
perchè è proprio lo shock di vedere un corpo che dovrebbe essere morto, tornare in vita e allungare le braccia per cercare di prendere TE, il vivo. in ZOMBI, una volta usciti dal caos degli studi televisivi, assistiamo alla preparazione delle forze speciali che si accingono a sfondare porte e finestre del caseggiato, per capire cosa vi sta succedendo dentro.
e dentro è un girone infernale, ma una donna visto il proprio marito creduto morto, deambulare, gli va incontro per abbracciarlo, ma è tra la sua stretta fredda che la donna si rende conto che suo marito non è più suo marito.
il body count viene riproposto quasi paro-paro, con lievi differenze in omaggio al maestro.
c'è una resa dei conti tra ben e il padre della bambina che però viene interrotto dall'orda di morti che in quantità sempre più massiccia sfonda le fragili messe in sicurezza del rifugio e barbara armata se ne va alla ricerca di aiuti.
e qui abbiamo una delle scene più belle , sentite e lancinanti del film; barbara che cammina tra i corpi che al suo passare la seguono girandosi; lei punta l'arma senza sparare, allontanandoli senza sprecare energie, fino a quando incappa in una donna che tiene stretta una bambola come fosse un figlio.
barbara piange e l'allontana svariate volte, si guardano e la donna morta ringhia contro barbara che l'abbatte con un colpo ravvicinato.
GOD viene chiamato in causa molte volte, ma mai con la potenza con cui gli si rivolge barbara in questo momento, senza più alzare il viso direttamente al cielo, come invece aveva fatto ben mettendo fine alla non vita di una di quelle cose investita col furgone, ad inizio film, maledendo DIO e maledendo tutte quelle cose.
nel 1990 sceneggiatori e regista presuppongono che la trilogia romeriana sia conosciuta e quindi via di omaggi all'ALBA... con il raduno dei volontari il mattino successivo, quando barbara è riuscita ad entrare in contatto coi vivi organizzati; via agli spettacolini raccappriccianti dei vivi che si divertono coi non vivi(il quasi annullamento della speranza del GIORNO... deve ancora arrivare)ma anche tristi e cattivi coi volontari che si divertono a giocare con un non vivo all'interno di un recinto, che mi ha ricordato la scena strappa-lacrime di ZOMBI del giocatore di rugby e di francine divisi da una vetrata chiusa; e poi ovviamente l'elicottero.
in un mondo dove le certezze non esistono più e dove affezionarsi alle persone è nocivo quanto il virus (o la sonda, o la dannata punizione divina)che proibisce ai corpi senza vita di trovare pace nella paventata morte (quanti personaggi infettati hanno chiesto agli amici di evitare che camminassero dopo morti), anche il nostro senso di giustizia assume un valore del tutto eccezionale e stra-ordinario.
per me un gran film e di sicuro un CULT.
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