Regia di Mervyn LeRoy vedi scheda film
Impietosa descrizione delle Americhe (ogni Stato dell’Unione sembra un mondo a sé) del post Prima Guerra Mondiale: emergono la superficialità della giustizia, la crudeltà degli istituti di pena, la miseria della Depressione (si vedano le croci di guerra al monte dei pegni), la difficoltà di farsi strada nella terra delle libertà. A questo si aggiunge l’ineluttabilità di un destino segnato, che perseguita il protagonista dovunque vada, fino ad una scena finale tra le più laceranti della storia del cinema. Questo di Mervyn Le Roy è un sobrio atto d’accusa soprattutto contro gli Stati del Sud, e francamente mi riesce difficile accettare che spesso sia stato scritto che Paul Muni recita sopra le righe.
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