Regia di Mike Newell vedi scheda film
Horror solido, vecchio stile, che miscela Bram Stoker (The Jewel of the Seven Stars) ai successi ottenuti da L'Esorcista (anche qua abbiamo la correlazione con la psichiatria) e Il Presagio (citatissimo nel prologo e nella scena dello zoo). Gli sceneggiatori rimasticano Stoker, lo assimilano e lo ripropongono in una nuova veste per mezzo di una struttura che richiama il romanzo ma non ne segue pedissequamente le mosse. La soluzione, utile a rendere più cinematografico il prodotto, si rivela abbastanza indovinata per effetto di un bel ritmo e di un sapiente montaggio (belli i paralleli iniziali tra la scoperta della tomba e la nascita della figlia del protagonista). Interessante anche il lavoro sul versante relativo alla caratterizzazione dei personaggi. Il mitico Charlton Heston da corpo a un ricercatore egizio che antepone il lavoro alla famiglia, fino a lasciarsi ossessionare da una mummia che si scoprirà presto possedere poteri soprannaturali. Molto brava e carina Stephanie Zimbalist, che ricorda un po' la Regan di Friedkin e, allo stesso tempo, il Damien di Donner, nei panni della figlia che offrirà corpo e cuore all'antica regina in cerca della reincarnazione.
Rispetto al romanzo di Stoker si procede a un alleggerimento della portata esoterica e occulta. Vengono meno le allusioni e il romanticismo dello scrittore irlandese, che lasciano spazio a un'intelaiatura assai più fosca dove il male è presenza pressoché costante. Gli sceneggiatori semplificano e semplificano, riducono all'osso il soggetto e, dato il fine prefisso, centrano un buon risultato, massimizzando i sapienti ingredienti preparati da Stoker. Notevoli e intrise di fascino le scenografie, davvero strepitose. Molto buona la fotografia, sufficiente la colonna sonora. Ispirerà Manhattan Baby di Lucio Fulci per poi finire in un incomprensibile oblio. Conosciuto da pochi, è sicuramente un discreto horror.
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