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Alla trentanovesima eclisse

Regia di Mike Newell vedi scheda film

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La recensione su Alla trentanovesima eclisse

di alan smithee
6 stelle

Un ambizioso archeologo di nome Matthew Corbeck (Charlton Heston) è da anni alla ricerca di qualche traccia di una misteriosa regina egizia morta appena 18enne, e scientemente dimenticata dalle memorie a causa del suo diabolico modo di agire, attorniata come fu da un alone di morte e distruzione di cui si circondò nella sua breve ed infelice vita. Grazie agli scritti di un esploratore olandese del '600, l'uomo riesce a trovare il luogo esatto della tomba, e a renderne pubblico il sarcofago ancora ben conservato: nello stesso istante dell'apertura dello stesso, la figlia dell'archeologo viene alla luce dopo un parto sofferto che la porta in uno stato di morte apparente, a cui fa seguito una inaspettata ripresa.

L'assenza in sala parto dell'uomo è la goccia che fa traboccare il vaso che porta alla fuga della moglie.

Diciotto anni dopo ritroviamo Margareth, ovvero la figlia ormai cresciuta dell'archeologo (la interpreta l'attrice Stephanie Zimbalist), che riceve dal padre un regalo particolare per il suo importante genetliaco: uno specchio ritrovato tra gli oggetti della regina Kara, donato all'uomo in ringraziamento dai responsabili del museo egiziano che custodisce le spoglie della misteriosa sovrana.  

Nonostante la contrarietà materna, la figlia si reca dal padre pressoché sconosciuto, che nel frattempo convive con la propria fidata collaboratrice Jane Turner (Susannah York) e che approfitta per questo per riabbracciarla dopo decenni. Questo ricongiungimento tardivo tuttavia, viene a creare tra i due una simbiosi dalle sinistre sfumature incestuose, che in qualche modo hanno attinenza con la truce storia di Kara, e che si acuisce quando i due tornano in Egitto, richiamati dalla dirigenza del museo a causa del peggioramento improvviso dello stato di conservazione dei reperti inerenti i resti della regina.

Sarà l'inizio della fine, che segnerà il trionfo della perfida regina, in grado finalmente di tornare in vita a mezzo della giovane figlia dell'archeologo, e mettere a punto tutta la propria lunga e premeditata vendetta soppesata per oltre due millenni.  

Dal romanzo Il gioiello delle sette stelle, di Bram Stoker, il noto e versatile regista Mike Newell, qui al suo secondo film, imbastisce un concitato thriller soprannaturale forse un po' prevedibile e scontato, ma tutto sommato abbastanza appassionante e di indubbio fascino, a base di mummie vendicative, spiriti maligni poco restii al perdono, e di rapimenti dell'inconscio ad opera di forze soprannaturali uscite fuori da reperti storici imprudentemente riportati in vita.  

La brama incontenibile di conoscenza è il cruccio ispiratore che rende possibile il progresso dell'uomo sul pianeta, e pure la caratteristica che da sempre rende l'uomo l'essere vivente più curioso e proteso a dare risposte verosimili a fenomeni apparentemente invalicabili, che lo espongono a rivelarsi parimenti come la specie vivente più esposta ai pericoli che derivano dai questi stessi misteri difficilmente confutabili.

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