Regia di William A. Wellman vedi scheda film
Il film di Wellman racconta con stile molto contenuto quella che viene denominata 'La fabbrica dei sogni', cioè il cinema hollywoodiano dell'epoca d'oro, in cui le grandi case di produzione creavano dei divi dal giorno alla notte.
Il soggetto, premiato con l'Oscar, così come la brillantissima fotografia, segue la giovane Ester Blodgett - interpretata con finezza da Janet Gaynor - ragazza che, spronata dalla nonna (un'ottima May Robson, presente unicamente in due scene ma memorabili), decide di partire per la California, covando appunto il sogno di diventare qualcuno. L'inizio è duro ma poi l'incontro casuale con Norman Maine (Fredric March in una prova di grande intensità in cui evita le facili trappole che un personaggio alcolizzato potrebbe riservare), attore in crisi per problemi legati all'alcool, gli aprirà le porte di quel mondo dorato a cui tanto agognava.
La sua ascesa, che la porterà a vincere l'Oscar, coinciderà con la discesa sempre più ripida di quello che diventerà suo marito, la cui parabola si concluderà tragicamente.
Tra le scene da ricordare sicuramente quelle ambientate negli studios dove si analizzano i meccanismi tra produttori, registi, attori e tecnici che lavorano all'interno della macchina cinema.
Due remake, uno di Cukor nel 1954 (da molti considerato il migliore dei tre) e uno nel 1976 con la Streisand.
Voto: 8 (visto in v.o.)
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