Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Lumet ha saputo costruire un dramma militare, ed uscendo in parte dai limiti che un’operazione come questa spesso porta al qualunquismo drammatico, che è sempre un deterrente spaventoso che riesce ad appiattire ogni spunto proposto. L’analisi di una situazione come questa è bene specificata, anche se si nota una troppo evidenziata proposta simbolica fra il gruppo dei prigionieri. Il tema è una critica aperta verso l’istituzione militare, che vive , anche necessariamente, di canoni e regole, che però dovrebbero essere più elastici a secondo dei momenti e delle situazioni, ma che mesi in mano a fanatici sadici, che purtroppo nel settore militare non sono infrequenti, ne determinano le ingiustizia drammatiche a cui assistiamo nel film. Il tema si basa su un fattore di rieducazione militare per sanare le manchevolezze e distorsioni di comportamenti, i trattamenti sono durissimi, ma sono dure anche le deviazioni delle imposizione, che spesso sono in mano a persone sbagliate ormai nell’orlo di nevrosi intime e che quindi abusano dei loro poteri. Il film mette ben in evidenza anche i rapporti fra coloro che gestiscono il potere, dove vengono trasferiti i vari attriti e rivalità, tutto a discapito dei malcapitati che devono subire le punizioni. Lumet riesce in pieno e senza spettacolarizzazioni eccessive ad entrare nell’intimo della trama e coinvolgerci, ma mai in maniera superficiale, interiormente non ricorrendo a facili espedienti ed il finale ne è un esempio. Bel cast ed assolutamente corale, dove si trova un volenteroso e disponibile Connery, che cerca in tutte le maniere, e ci riesce, ad uscire dal ruolo suo mitico di quegli anni: James Bond.
una storia da non confondere con il genere
Lumet in questo tipo di storie er aun re e qui lo dimostra
un bel ruolo, forseadombrato all'epoca dal successo travolgente di Bobd
bravissimo nel ruolo del sergente maggiore, anticipatore di Kubrick
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