Regia di James Bridges vedi scheda film
Dopo due successi mondiali come "La febbre del sabato sera" e "Grease", la carriera divistica di John Travolta conobbe un contraccolpo robusto con "Attimo per attimo", e si riscattò per un pò con "Urban cowboy":da noi fece poco furore, anche per via della forte connotazione tutta americana di storia ed ambientazione, ma in patria rimise la giovane star sugli allori, almeno per qualche tempo. Diretto da un regista nè autore nè dichiaratamente per il botteghino come James Bridges, il film è troppo lungo, arrivando ad un minutaggio di due ore ed un quarto francamente stiracchiate, e il contenzioso sentimentale tra il giovanotto venuto dalla campagna Bud e la ragazza Sissy, con tiramolla e ingresso di nuovi partners nel mènage suscita un interesse alla lunga di decrescente interesse; in più, la risoluzione finale tra i rivali in amore Travolta e Glenn sa un bel pò di sceneggiata virata al chili, con rivelazione davanti a tutti della cattiva natura del cowboy più anziano e macho. Però a livello antropologico il film ha qualche merito, descrivendo rituali e particolari di una mentalità molto profondamente americana che risulteranno difficili sia da comprendere che da condividere a noi europei, ma illustrano meglio di articoli giornalistici o speciali televisivi ceppi ed una fetta di società (che molto probabilmente ha votato Bush II con convinzione e fierezza, penso) spesso invisibile nel cinema mainstream. Sostituendo l'altra promessa Michelle Pfeiffer, Debra Winger qui ebbe il suo primo ruolo importante: ed è la migliore del cast.
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