Regia di Orson Welles vedi scheda film
Liberamente tratto dal romanzo di Kafka, con un prologo corrispondente al raccontino Davanti alla legge. Le ambientazioni, desolate e angoscianti (l’ufficio nella sua squallida vastità, i casermoni della periferia urbana), rendono bene l’atmosfera dell’originale; il protagonista è invece meno remissivo, cerca di chiarire la natura dell’accusa che gli viene lanciata e così riporta il film entro lo schema a inchiesta tipico di Welles. Dopo le inutili proteste ai poliziotti (che rispondono sempre con altre domande) la sua personale ricerca della verità si articola in una serie di dialoghi con vari personaggi metaforici (la ballerina, lo zio, l’avvocato, la segretaria, il pittore): una struttura che riesce a evidenziare il significato dell’opera (pervasività e imperscrutabilità del potere) e che ha un certo fascino, ma è troppo rigida per reggere due ore senza stancare.
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