Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Terzo film in tre anni per Verdone regista/protagonista/sceneggiatore (qui insieme a Enrico Oldoini); questa volta, dopo aver proposto in due salse differenti il suo - gustosissimo - repertorio di tipi e caratteri, cambiando più personaggi nel corso della stessa pellicola, l'attore romano opta per una variazione sul tema, impersonando un unico personaggio che però vanta due differenti, se non opposte caratterialmente, identità. Per Verdone è un'occasione in più per sciorinare il suo repertorio di facce, gesti, posture, battute, mimiche assolutamente da fuoriclasse (specie per gli anni che correvano, in cui la commedia italiana stava declinando tristemente verso il nulla degli anni '80), ma a ben guardare non solo la storia è un mero espediente per sbrigliare il talento dell'attore, ma è pure prevedibile, stanca e scritta con pochissima fantasia. A poco servono gli altri interpreti, per entrambi i motivi: sia perchè la vivacità del film è scarsa e sia perchè al centro di tutta la trama c'è perennemente Verdone; eppure non mancano i nomi di risalto: Eleonora Giorgi, Angelo Infanti, Mario Brega, Christian De Sica (e in una comparsata anonima c'è anche Moana Pozzi). La cosa realmente di maggior pregio in tutta l'operazione è in definitiva la colonna sonora degli Stadio, con partecipazione di Lucio Dalla, che ne fu lo scopritore; messe di premi ai David: Verdone, Giorgi, Infanti (come attori), colonna sonora e miglior film. 4,5/10.
Sergio, timido rappresentante, vuole fare colpo sulla collega Nadia, che sembra attratta solo dal mito di Lucio Dalla. Con la complicità di un amico, Sergio si spaccia per amico personale del cantante e riesce a fare colpo sulla ragazza; comincia però un'inarrestabile girandola di equivoci.
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