Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Il rapporto tra le due "anomalità" del film, rappresentate dal cinico Tognazzi e dalla pelosa Girardot può essere "normalizzato" solo dal matrimonio. Infatti finchè il rapporto è di sfruttamento economico e costringe senza ipocrisie alla donna di diventare un fenomeno da ammirare a pagamento e all'uomo di poterla tranquillamente prestare ad uno scienzato per poterla studiare più da vicino. A quel punto però la donna-scimmia si ribella, ritorna alla vita di prima e costringe Tognazzi a sposarla non prima di aver "corrotto" le suore. Il loro rapporto ottiene il timbro dell'approvazione sociale, al punto che lo stesso marito, dopo la prima movimentata notte di nozze, cambia atteggiamento non vede più la moglie solo come scimmia e fonte di guadagno, ma appunto come moglie e ne ottiene il rispetto. Alla fine la donna fà quello che gli dice l'uomo, il matrimonio insomma fà diventare il rapporto più ipocrita o forse più ambiguo. La convenzione sociale normalizza la coppia, l'uomo fà il suo dovere di marito e la donna ubbidisce anche se si deve spogliare in pubblico. Quando la donna-scimmia si ritrova incinta, da un lato cominciano i problemi che porteranno la donna e il bambino alla morte, dall'altro sembra che in quel momento l'uomo cominci a nutrire una sorta di affetto per la moglie. Il finale chiarisce tutto, Tognazzi ritorna cattivo, anzi più di prima perchè non esita a sfruttare i due cadaveri impagliati per fare soldi.
grottesca, cattiva, necessaria.
solo lui riusciva ad essere normalmente cattivo.
prototipo della donna sottomessa, prova grandissima riesce anche ad essere erotica con il suo strip-tease.
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