Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Film appartenente alla fase conclusiva della filmografia di Marco Ferreri, considerata solitamente la meno interessante, "La carne" è un compendio di temi del regista milanese, dall'ossessione amorosa che sfocia in un desiderio di possesso estremo, fino al connubio fra cibo ed erotismo, dalla società sempre più multietnica (si era ancora negli anni 90) fino al ruolo della donna come depositaria di un futuro che l'uomo sembra avere tragicamente smarrito. Il film funziona a corrente alternata ma nel complesso resta una provocazione molto meno stimolante rispetto ai tempi gloriosi di "La grande abbuffata" o "Dillinger è morto"; i novanta minuti scorrono abbastanza agevolmente, pur con qualche impaccio e una felicità di invenzione ormai appannata. Apprezzabile l'impegno degli attori, in particolare un Sergio Castellitto che disegna un'ennesima figura di disadattato ferreriana senza scadere nella caricatura, mentre la Dellera, come è stato osservato da diversi critici, riempie lo schermo in virtù della sua presenza carismatica e del suo fascino, ma non ha un ruolo particolarmente definito. Con Ferreri personalmente non riesco a scendere sotto alla sufficienza, ma resta un film minore, come osservato un po' da tutti, un oggetto alieno nel cinema italiano anni 90 che ebbe un modesto riscontro e che in seguito è stato piuttosto dimenticato, ma che può sempre riaccendere dibattiti sull'alienazione contemporanea, tema cardine dell'opera ferreriana, nonché sul rapporto uomo/donna visto in chiave oltranzista, segno di una crisi dei valori ormai irreversibile secondo il regista milanese.
Voto 6/10
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