Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Difficile esprimere la bruttezza di questo lavoro senza usare parolacce. Anche perchè la rabbia nello spettatore è fin troppo giustificabile: si parte con la furibonda Nannini che bercia 'Biondaaa che sei una stronzaaa' e si va in picchiata, procedendo soltanto in peggio. Crocitti e Paola Quattrini non meriterebbero di essere qui; il resto del cast sta benissimo dove sta. Un'altra vanzinata in piena regola, apologo festante sulla borghesia romana, ipocrita e vanitosa: esattamente ciò che i Vanzina sono e rappresentano, incapaci figli di papà diventati star nazionali a suon di calcioni nel sedere. Per perpetuare la nefanda usanza nepotista promuovono Paola Comencini (figlia di) scenografa e Fulvia Amendola costumista (ma nel cast c'è anche il nipote di Lina Wertmuller, Massimo), poi assestano la definitiva stoccata al buongusto delegando le musiche ai più famigerati pianobaristi della tv, Antonio e Marcello. Oreste Lionello è la voce narrante fuoricampo: come ascoltare Woody Allen che ci legge un libro di pornobarzellette sui carabinieri. Dimentichiamocene.
Le finte (tinte) bionde sono donne finte, che si accompagnano ad altrettanto finti uomini: un grumo di arrivisti, ipocriti ed egocentrici che vivono in società solo per ostentare a qualcuno i loro finti successi.
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