Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Arduo recensire un film come questo, sapendo che è stato confezionato da un regista come Pupi Avati di cui conosciamo opere di tutt’altro livello!
Arduo recensire un film come questo, sapendo che è stato confezionato da un regista come Pupi Avati di cui conosciamo opere di tutt’altro livello! L’idea di una inesorabile stroncatura c’è. Anche se emergono elementi interessanti come: una certa satira politico-sociale sul comportamento dell’amministrazione americana del periodo, probabile causa della vera censura che porterà al ritiro del film dalle sale; la prostituzione maschile poco trattata al cinema, più che mai negli anni ’70; certo surrealismo che porta a Buñuel e Fellini, la bara da morto incastrata per giorni nelle scale. Ma il film scade quando non sa che strada prendere: musical fuori contesto; comicità grossolana (impiccarsi usando una cordata di preservativi); surrealismo sprecato. Rimane la buona volontà degli attori, su tutti Proietti e il povero Al Letteri che morirà da li a poco. E per finire una nota positiva la si trova nel commento musicale con Amedeo Tommasi e la consulenza di Adriano Mazzoletti massimo esperto di musica jazz!
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