Regia di Pupi Avati vedi scheda film
E' lievemente sopra le righe, ma mai puramente grottesco, questo Avati 'minore', non molto noto e neppure fra i suoi migliori risultati; le conferme principali provengono dalla scelta del cast (Gigi Proietti, il giovane Christian De Sica, Gianni Cavina, che interviene anche in sceneggiatura). Proprio in sceneggiatura, oltre alle solite firme del regista e del fratello/produttore Antonio, troviamo il nome di Maurizio Costanzo: quale e quanto sia stato il suo apporto ad una simile storia è difficile appurarlo; fatto sta che la trama e lo svolgimento del film, di per sè, non sono neppure malaccio, ma il ritmo è un po' blando e l'argomento (la prostituzione maschile) non si adatta sempre a perfezione con lo sguardo malinconico-nostalgico che Pupi Avati getta al passato, sia pure attraverso uno spesso strato di ironia. Personaggetti comici per la loro natura e per i loro limiti (altro tratto distintivo del cinema del regista) vengono inseriti in una Milano che per forza di cose non ha (non può avere) nulla di provinciale, caratteristica che invece accomuna i vari Ugolino, Adone, Ivano; di sicuramente positivo ci sono invece le musiche, allegramente jazzate da Amedeo Tommasi; assistente alla regia: Riccardo Tognazzi. 5/10.
Dagli Usa all'Italia: una catena di eleganti bordelli apre una 'filiale' anche a Milano. La principale particolarità è che vi si pratica la prostituzione maschile, con un vasto campionario di 'professionisti'...
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