Regia di Peter Godfrey vedi scheda film
Secondo me questo è un buon noir, e lo dico dopo averlo visto due volte. Offre un crescendo di tensione, e la parte finale è proprio sul filo del rasoio. Non mancano gli elementi tipici del noir: gli omicidi, il clima di sospetto, la fotografia scura e piena di ombre, la pioggia notturna, e l'atmosfera fortemente drammatica e di pericolo. Bogart è al solito bravo, e interpreta efficaciemente un personaggio infido, doppio, e direi anche malvagio. Certo, deve avere qualche problema mentale (come si vede nelle scene delle campane), ma gli omicidi che compie sono quanto mai premeditati e pianificati. Appare quindi eccessiva la compassione finale della moglie, la quale quasi lo solleva dalle sue gravissime responsabilità, dicendogli che ha bisogno di aiuto e di cure mediche (quando avrebbe solo bisogno di farsi passare la fregola per le altre donne). Lo sminuire la malvagità dell'uomo, il sentirsene spaventate ma attratte allo stesso tempo, è una piega frequente dell'animo femminile; trovo quindi che qui la sceneggiatura colga nel segno. Ricorda per questo aspetto il finale di "La morte corre sul fiume", quando una ragazza compatisce il predicatore pazzo e omicida, e ammette di esserne innamorata.
Se Bogart è bravo ed è una garanzia, lo stesso si può dire della Stanwyck, che funzionava nei ruoli più divesi. E' un film quasi sconosciuto in Italia, ma che non merita l'oblio in cui è caduto.
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